La ricetta open
Affermatosi all’inizio del nuovo millennio, il movimento dell’Open Access (OA) ha l’obiettivo di rendere la ricerca scientifica referata un bene pubblico, liberamente accessibile e gratuito, sfruttando le tecnologie digitali per consentirne una maggiore circolazione.
Il principio dell’Open Access si è affermato a livello mondiale grazie a tre dichiarazioni internazionali, le cosiddette BBB definition of Open Access:
- Declaration of the Budapest Open Access Initiative (2002)
- Bethesda Statement on Open Access Publishing (2003)
- Berlin Declaration on Open Access to Knowledge in the Sciences and Humanities (2003)
La Dichiarazione di Berlino, in particolare, ribadisce i principi già espressi nelle precedenti dichiarazioni e definisce i requisiti necessari per predisporre policy istituzionali che prevedono l’istituzione di archivi ad accesso aperto e l’obbligo di deposito dei prodotti scientifici.
L'elaborazione di una policy istituzionale per l’OA, di tipo obbligatorio o mandatario, è uno tra i fattori essenziali per far decollare il nuovo modello scientifico dell’Open Access.
L’Unione Europea, dichiaratasi apertamente a favore dell’OA in primis con la Raccomandazione del 17 luglio 2012, auspica la definizione, in tutti gli Stati membri, di politiche chiare per la realizzazione di un sistema di accesso aperto all’informazione scientifica e sulla sua conservazione.
In generale, l’ascesa dell’OA è avvenuta prevalentemente attraverso policy che sanciscono l’OA come principio, volontario o mandatario, per la gestione dei prodotti della ricerca all’interno delle istituzioni scientifiche.
Il modello OA si viene realizzando attraverso due modalità di pubblicazione dei risultati della ricerca:
- la gold road: prevede che gli articoli scientifici vengano pubblicati su riviste ad accesso aperto
- la green road: nasce dall’iniziativa degli autori, i quali, incoraggiati dalle istituzioni di appartenenza, depositano le loro opere scientifiche in appositi archivi, ad accesso aperto, sotto specifiche condizioni (periodo di embargo e licenze d’uso)
La definizione di strumenti contrattuali ad hoc, come le licenze d’uso, è la diretta conseguenza dell’affermazione di questo nuovo modello di pubblicazione.
La normativa sul diritto d’autore rappresenta infatti una delle principali barriere all’accesso, alla circolazione e all’utilizzo dei prodotti della ricerca e la diffusione dell’accesso aperto richiede pertanto che si riconsideri integralmente la gestione dei diritti d’autore delle opere scientifiche.
Per superare tale barriera, sono state sviluppate licenze d’uso dei prodotti della ricerca. Le Licenze Creative Commons, in particolare, sono gli strumenti più diffusi per la gestione delle problematiche legali relative alla diffusione in ambiente digitale delle opere scientifiche.